Mufasa – Il re leone, recensione: una coinvolgente storia di origine in cui il “fotorealistico” è al servizio della narrazione
Recensione e tutto quello che c’è da sapere su “Mufasa – Il re leone”, il sequel/prequel Disney con le voci italiane di Luca Marinelli, Stefano Fresi, Edoardo Leo, Marco Mengoni, Elisa e Elodie.
Ha debuttato nei cinema italiani Mufasa – Il re leone, il sequel/prequel del remake d’animazione fotorealistico “Il re leone” del 2019. Come l’originale, anche questa versione che “replica” il formato live-action, ma non è live-action, ha conquistato subito la vetta del botteghino italiano e come l’originale ha avuto il suo zoccolo duro di detrattori a causa dell’animazione che ha creato qualche perplessità, dubbi che erano anche i nostri in prima battuta, ma che sono stati completamente fugati da questo secondo film.
Di fronte ad una storia di origine coinvolgente e alla consapevolezza raggiunta che questi remake live-action vivono in una realtà parallela e alternativa a quella delle controparti animate, che nulla tolgono agli originali che sono li a disposizione dei fan più intransigenti, possiamo senz’altro dire che “Mufasa – Il re leone” ha superato le aspettative, alzando l’asticella qualitativa e ponendosi una spanna al di sopra al remake del 2019.
Mufasa: Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki, la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.
Mufasa Il Re Leone – La recensione del film
Andiamo a parlarvi di questo Mufasa – Il re leone con la consapevolezza che i remake live-action Disney stanno percorrendo una loro strada, molto criticata da parte dei fan dei classici animati originali. Da una parte questa operazione “remake” sta stravolgendo inevitabilmente l’estetica dei film originali per l’utilizzo di un “fotorealismo” applicato alle immagini generate al computer. L’altra parte dell’operazione è la scelta, opinabile o meno, di voler radicare, ora che la tecnologia lo permette, alcuni dei personaggi più amati della Disney in una fiabesca realtà parallela che ha elementi che puntano ad una sorta di “realismo magico”.
Barry Jenkins che in origine aveva rifiutato la regia per poi tornare sui suoi passi, chissà che non lo avessero influenzato in parte eguali: gli evidenti limiti e legacci del remake del 2019 e l’ondata di critiche feroci di quello zoccolo duro di ex ragazzini degli anni novanta che affollano i social media, guardando come un vero e proprio affronto i “remake” della Disney. Parliamo degli stessi che hanno contestato un gioiellino come il “Mulan” di Niki Caro e si stanno preparando, stavolta in netto anticipo, a “sabotare” per partito preso, e polemiche che nulla hanno a che fare con la effettiva qualità del film, l’imminente Biancaneve con Rachel Zegler e Gal Gadot.
Tornando a “Mufasa – Il re leone”, in cui per fortuna una polemica risibile e infantile come quella sul cosiddetto “woke” non ha ragion d’essere, Jenkins ha deciso di girare il film affascinato dalla storia di origine creata per il sequel, paragonata per struttura dai realizzatori a quella del classico Il padrino – Parte II. In realtà secondo noi, la storia di “Mufasa” attinge da un passato più remoto e di stampo squisitamente biblico, ci riferiamo alla storia di Mosé narrata nel film d’animazione Il principe d’Egitto con reminiscenze che includono l’incontro di Mufasa e Taka sulla sponde di un fiume; i due protagonisti, uno di stirpe reale e l’altro no, che diventano fratelli e poi antagonisti come nell’Exodus – Dei e re di Ridley Scott; senza naturalmente dimenticare l’immancabile viaggio dell’eroe, in questo caso verso una “Terra promessa” che porta il suggestivo nome di “Milele”.
Il fatto di non trovarsi di fronte ad un rifacimento scena per scena, come accaduto nell’originale, giova al film nel suo complesso e permette a Jenkins di avere meno legacci. Il regista così ha spazio per allestire tutta una serie di eventi ed elementi drammatici, intervallati da paesaggi maestosi e una parte cantata perfettamente equilibrata con il racconto e mai soverchiante rispetto alla narrazione. Questo mix di elementi rendono “Mufasa – Il re leone” nel suo complesso qualcosa di “altro” rispetto al classico d’animazione anni novanta, al remake del 2019 interamente costruito sull’originale e se vogliamo dirla tutta anche al sequel direct-to-video “il regno di Simba”. Questa scelta di rivisitare la storia di origine di Mufasa risulta vincente e regala a Jenkins con qualche cartuccia in più da sparare rispetto al criticato remake del 2019.
Con i detrattori che rimarranno tali anche per restare “coerenti” con la loro crociata “anti-remake”, noi che abbiamo apprezzato solo in parte il remake del 2019 diretto da Jon Favreau, non possiamo che promuovere a pieni voti questo sequel, infischiandocene altamente delle critiche sterili ad un’animazione che nel frattempo ha fatto ulteriori passi avanti rispetto alla parte “parlata” degli animali (per taluni detrattori sembra che solo cani e gatti possono avere il dono della parola). Ci troviamo invece d’accordo, anche se solo in parte, sulle critiche al comparto musicale, ma solo sul fatto che al film manchi quel brano che fa la differenza, che lasci il segno, quella canzone che rimane in testa, ma questo secondo noi nulla toglie alla qualità complessiva di musica e canzoni.
Curiosità
- James Earl Jones, che ha interpretato Mufasa dal 1994 al 2019, è scomparso a 93 anni il 9 settembre 2024. Quando gli è stato offerto questo ruolo, l’attore ha rifiutato, ma questo film è dedicato alla sua memoria con una dedica che apre la proiezione del film.
- Braelyn Rankins (il giovane Mufasa) ha recitato per la prima volta come Simba all’età di 7 anni nella sua recita scolastica alle elementari, due anni prima di iniziare a lavorare come attore professionista.
- Keith David ha recitato in precedenza in un episodio di Timon & Pumbaa (1995), uno spin-off televisivo del film originale realizzato in animazione tradizionale del 1994. David ha anche sostituito James Earl Jones nel ruolo di Mufasa in Il re leone: La grande avventura di Simba (2000) e House of Mouse – Il Topoclub (2001).
- Molti fan si sono indignati quando hanno scoperto che Scar e Mufasa in realtà non erano imparentati, ma questa non-relazione non è una novità: nelle bozze originali del film del 1994, Scar avrebbe dovuto essere un leone canaglia non imparentato con la famiglia reale.
- Mads Mikkelsen è anche la voce di Kiros nella versione danese. Suo fratello maggiore Lars Mikkelsen è stato la voce di Scar nella versione danese de “Il re leone” del 2019.
- L’uscita del film è coincisa con il 30° anniversario del film d’animazione originale.
- Il nome di nascita di Scar viene rivelato dal trailer ufficiale come “Taka”, la parola swahili per “spreco” o “desiderio”. Questo è in contrasto con il modo in cui Taka è apprezzato da suo padre, il re Obasi, come futuro re del loro branco, che avrebbe poche ragioni per sentirsi uno spreco o per desiderare qualcosa, soprattutto dato che Obasi si mostra devoto al suo benessere e alla sua sicurezza. Le clip successive rivelano che Taka finisce per provare risentimento verso Mufasa per avergli preso il trono, il che significa che il significato di “desiderio” del suo nome entra in gioco poiché vuole indietro il suo titolo.
- Due dei denti di Kiros che ricordano le zanne di un vampiro sono stati ispirati dai denti del suo doppiatore Mads Mikkelsen.
- Questa è la prima volta che la continuità di un reboot live-action di un film d’animazione Disney ha preso materiale da sequel direct-to-video/DVD di DisneyToon Studios, che in questo caso si applica a Kiara, la figlia di Simba e Nala.
- Nel libro, Taka è stato graffiato da Boma, il bufalo d’acqua. Nella serie animata The Lion Guard, Taka è stato morso da un cobra all’occhio, ma in “Mufasa: Il re leone”, sequel de “Il re Leone” (2019), Taka viene graffiato da un leone bianco (Emarginato).
- L’annuncio che il nome di nascita di Scar è “Taka” ha sorpreso molti, dato che mentre è stato un nome comunemente accettato tra i fan dei romanzi della serie Il re leone: sei nuove avventure, non è mai stato utilizzato in una puntata canonica del franchise, per non parlare della continuità dei remake fino ad oggi.
- Il padre di Taka si chiama Obasi, che significa “Il Dio Onnipotente che risiede nei cieli”, nome appropriato per il sovrano di un regno di leoni che insegna che i grandi re leoni del passato vegliano sui loro discendenti dai cieli (come lo stesso Mufasa dimostrerà in seguito nel film del 2019).
- Barry Jenkins (Moonlight) è il quinto vincitore dell’Oscar a dirigere un remake live-action Disney, dopo: Robert Stromberg – Maleficent (2014 / Sir Kenneth Branagh – Cenerentola (2015) / Bill Condon – La bella e la bestia (2017) / Robert Zemeckis – Pinocchio (2022)
- Aaron Pierre (Mufasa) e Kelvin Harrison Jr. (Taka) sono entrambi nati nel 1994, lo stesso anno in cui è uscito il film animato originale.
- Il film prequel non è un remake del sequel Il re leone 2 – Il regno di Simba (1998), sequel direct-to-video del film animato originale.
- Anika Noni Rose ha collaborato in precedenza con l’esperto doppiatore Phil LaMarr (voce dell’Impala nel film precedente) in Khumba – Cercasi strisce disperatamente (2013), che si svolge anch’esso in Africa.
- Il giovane Mufasa è il primo ruolo di animazione/doppiaggio di Braelyn Rankins. La prima apparizione di Rankin in un franchise Disney è stata come il batterista nel remake live-action Lilli e il vagabondo.
- Keith David è apparso in precedenza al fianco di Matthew Broderick (voce di Simba nell’originale del 1994) in episodi di Adventure Time (2010) e Rick and Morty (2013) in occasioni separate, il primo dei quali vede anche la partecipazione di Donald Glover (voce di Simba nelle versioni live-action del personaggio).
- Ad un certo punto della storia narrata da Rafiki, Pumbaa menziona la commedia teatrale e Timon si agita immediatamente. Dice di averla vista diverse volte e viene presentato come un “pupazzo fatto con un calzino” per tutto il tempo. Questo è un meta riferimento al reale musical “Il Re Leone”, che utilizza pupazzi, tra gli altri metodi creativi per portare gli animali sul palco.
- Keith David ha collaborato con l’esperto doppiatore Jim Cummings (voce di Ed/Azizi nell’originale del 1994) in altri due lungometraggi animati Disney, ovvero Hercules (1997) e La principessa e il ranocchio (2009), oltre ad aver preso parte insieme a diversi spettacoli animati.
- Aaron Pierre, Kelvin Harrison Jr. e Braelyn Rankins sono tutti apparsi in precedenza nella serie tv “Genius” in occasioni separate. Rankins ad esempio ha recitato in “Genius: Aretha” della Disney insieme a Cynthia Erivo nel ruolo di Clarence, il figlio maggiore di Aretha Franklin.
- Keith David ha doppiato Mufasa in diverse occasioni, tra cui Il re leone: La grande avventura di Simba e vari cortometraggi animati per la TV. Ha anche fatto un provino per Mufasa nella versione di Broadway de “Il re leone” durante il suo sviluppo. Qui interpreta il padre di Mufasa, Masego.
- Come rivelato dalla performance di Anika Noni Rose in The Wonderful World of Disney: Holiday Spectacular, il ritornello di “Milele” dice che “Milele” è qualcosa che “vive in te, vive in me”, parafrasando la canzone del franchise “He Lives In You” di Lebo M.
- Debutto come attrice di Blue Ivy Carter. Definita da Time “la bambina più famosa al mondo”, è la primogenita di Beyoncé e Jay-Z, ed è divenuta l’artista più giovane di sempre a fare il proprio ingresso in una classifica redatta da Billboard, oltre ad essere la più giovane vincitrice del Grammy Award al miglior videoclip nel 2021, per “Brown Skin Girl”.
- Anika Noni Rose e Keith David sono apparsi in precedenza insieme a Whoopi Goldberg (voce di Shenzi nell’originale del 1994) in episodi della serie animata Disney Anfibia (2019) in occasioni separate.
- È interessante notare che il volto del leone che si vede tra le nuvole alla fine non era quello di un leone fotorealistico CGI. Invece, era la familiare immagine 2D che Simba ha visto nel film del 1994. Il volto fiero ricorda anche l’iconico logo della versione musical de “Il Re Leone”.
- Timon e Pumbaa si uniscono/si intromettono nel racconto di Rafiki a Kiara e sono ansiosi di fornire un contributo sulla loro prospettiva degli eventi, un’impostazione abbastanza simile alla premessa de “Il Re Leone”. Ciò include il loro resoconto autocelebrativo della battaglia alla Rupe dei Re, che vediamo mentre affrontano e sconfiggono uno Scar adulto. Timon e Pumbaa vengono accusati di essere responsabili della sconfitta di Scar prima di essere corretti da altri personaggi, tra cui un mandrillo, Rafiki, è simile a ciò che Bunga, il loro secondo figlio adottivo nella serie tv The Lion Guard, ha affermato nell’episodio “La puntura dello scorpione”, insistendo sul fatto che Timon e Pumbaa erano gli eroi e Scar non era alla loro altezza, prima di essere corretto dagli altri membri della Guardia e da Makini, un giovane mandrillo.
- Sia Beyonce Knowles-Carter che Anika Noni Rose erano in “Dreamgirls”.
- Mufasa conclude il suo discorso commovente con le prime tre famose parole in Zulu che hanno dato inizio a “Il Re Leone” – “Nants Ingonyama bagithi”, questa volta mentre raduna gli animali di Milele e li incita ad unirsi contro un nemico comune.
- Quando si imbattono nella migrazione degli elefanti, Mufasa nota con preoccupazione che i loro movimenti non hanno senso, perché sono spaventati dagli Emarginati. Nel film del 1994, Mufasa e Zazu si accorgono per la prima volta che qualcosa non va quando vedono la mandria di gnu in movimento (una delle poche battute tagliate dal remake del 2019) disturbate dalle iene.
- Timon e Pumbaa affermano a Kiara di aver sconfitto Scar da soli, facendolo cadere dalla Rupe dei Re e uccidendolo. Mentre sappiamo che Scar è sopravvissuto alla caduta, solo per essere ucciso e mangiato dalle iene. Nel videogioco Kingdom Hearts II viene effettivamente visto Scar morire dalla caduta dalla Rupe dei Re, solo per tornare in vita dopo essersi trasformato in un Heartless.
- Rafiki fa sedere Kiara per una storia in una grotta nella Rupe dei Re con una fonte d’acqua corrente grazie al grande temporale all’esterno, dando alla grotta un aspetto non dissimile dalla Grotta della serie tv “The Lion Guard”.
- Dopo essere stato trovato da Taka, Mufasa deve evitare l’attacco di coccodrillo. Anche la nipote della sua controparte animata in 2D, Kiara, ha dovuto scappare da un carro in “Il re leone II – Il regno di Simba”.
- Anika Noni Rose e Keith David, che hanno doppiato i genitori biologici di Mufasa, hanno lavorato insieme nel film Disney del 2009 “La principessa e il ranocchio” dove hanno doppiato rispettivamente la principessa Tiana Rogers e il Dr. Facilier.
Curiosità con “Spoiler” sul finale del film
- Taka è il nome originale di Scar, il fratello minore di Mufasa, che è stato precedentemente rivelato in un libro che funge da retroscena per il film originale animato del 1994.
- Questa è la prima volta che un’incarnazione del Re Leone mostra Mufasa e Scar (che usa il suo nome originale Taka) come cuccioli, o piuttosto come leoni adolescenti.
- Alla fine del film, il cucciolo che Kiara chiama il suo “fratellino” è molto probabilmente Kion, dalla serie spin-off del Re Leone della Disney Junior “The Lion Guard”.
- La drammatica inondazione che separa Mufasa dalla sua famiglia raggiunge il suo apice quando un elefante viene catturato dall’inondazione improvvisata e si schianta contro una diga improvvisata di tronchi scartati. La location ricorda molto l’ambientazione di gran parte del terzo atto di “Il regno di Simba”, che presentava anche una diga improvvisata fatta di tronchi dove Nuka e Zira sarebbero morti, quest’ultima in una grande inondazione causata dalla distruzione della diga.
Dichiarazioni e interviste
Barry Jenkins ha raccontato al sito GamesRadar+ di aver quasi rinunciato al film senza leggere una sola pagina della sceneggiatura. E’ stato solo su insistenza della sua compagna, la collega regista Lulu Wang, che Jenkins ha accettato di guardare la sceneggiatura durante il blocco della pandemia del 2020. Il risultato lo ha sorpreso:
Lo pensavo sicuramente quando mi è capitato per la prima volta. Ho ricevuto una chiamata dal mio agente che diceva: ‘La Disney ha inviato questo progetto di un prequel per Il Re Leone’. E ho detto: ‘Sì, non succederà’. Ma senza nemmeno leggere la cosa!. Mi aspettavo di leggere cinque pagine e circa dopo 45 pagine mi sono girato verso di lei e le ho detto: ‘Cavolo, questa roba è bella!’ Come persona che aveva molta familiarità con Il Re Leone, sono rimasto scioccato da quante cose pensavo di sapere o quante cose pensavo fossero scolpite nella pietra su chi fossero questi personaggi.
Mads Mikkelsen ha rivelato il suo approccio nel ritrarre Kiros e quanto sia importante comprendere l’umanità di un cattivo quando lo si interpreta. Spiega che le azioni di Kiros possono essere comprese come risultato delle sue esperienze:
Non credo che provengano da un luogo cattivo. Ciò che sta facendo Kiros, deriva dal fatto che in tenera età il suo cuore è diventato davvero oscuro, quando sei emarginato dalla tua famiglia e dalla società in generale, e devi sopravvivere sulle tue quattro zampe allora faresti qualunque cosa a chiunque. E così quando lo vediamo ora, è un leone formidabile e forte e ha creato il suo piccolo branco che vuole anche una fetta della torta, ed è comprensibile. Il problema è che lui vuole l’intera torta!
Il regista Barry Jenkins ha affrontato un dibattito di lunga data sul remake del 2019 de “Il Re Leone”, che ora riguarda anche il prossimo prequel. Dovrebbero essere classificati come film d’animazione o live-action? In un’intervista esclusiva con GamesRadar+ e Total Film, Jenkins fornisce una risposta molto definitiva.
Assolutamente, sì, è un film d’animazione. Comunicavo costantemente con questi animatori che cercano di manipolare questi modelli un po’ fotorealistici in un modo che sia espressivo. E quindi per questo motivo, non lo considero un live-action. Lo considero un’animazione… È solo uno strumento molto diverso.
l’attore Aaron Pierre ha detto a Yahoo UK che trovava la prospettiva di cantare snervante.
Ero nervoso, ero enormemente nervoso. Questa è la prima volta che canto professionalmente in un contesto professionale. Nella mia doccia, mai andato oltre. Lin-Manuel Miranda è fenomenale in quello che fa ed è un artista meraviglioso, cosa ancora più importante, è un essere umano meraviglioso. Ma ha davvero scritto canzoni fenomenali e ci ha dato tutti gli strumenti di cui avevamo bisogno per interagire con loro in un modo che le soddisfacesse al massimo delle loro capacità, al contrario di qualsiasi versione a metà. Ci ha dato tutti gli strumenti di cui avevamo bisogno e ha creato uno spazio sicuro per sbagliare e penso che sia fantastico, quando ti senti al sicuro questo non può che favorire il tuo miglior lavoro.
Mads Mikkelsen non aveva mai pensato di cantare per un film, motivo per cui ha trovato la prospettiva piuttosto spaventosa quando ha dovuto farlo per il film Disney perché, come lui stesso ha ammesso a Yahoo UK, “non è un cantante”.
[È stato] un po’ spaventoso. Non sono un cantante e ho molti colleghi che sono davvero bravi cantanti e attori, io non sono uno di loro! Ho trascorso la prima mezz’ora solo a capire come affrontare la cosa, ma erano contenti e l’abbiamo fatto attraverso il personaggio. [Non è stato] tanto, tipo, vediamo cosa riesce a fare Mads con la sua voce. È stato molto più lasciare che Kiros canti la canzone, ed è stato divertente.
Il regista Barry Jenkins dà a Mikkelsen più credito di quanto ne darà a se stesso, dicendo che l’attore era “davvero pronto” a fare tutto il necessario per dare vita al leone albino sia attraverso il canto che la recitazione.
È stato fantastico lavorare con lui, Mads era davvero pronto. Mads Mikkelsen è diventato il cattivo di tutti i cattivi e quindi è stato molto ovvio pensare a lui per questo. Ciò che ho amato è stato quando l’ho chiamato, gli ho proposto l’idea di fargli interpretare questo ruolo, è stato molto premuroso al riguardo. Era tipo, “Beh, perché Kiros è fatto così?” E così abbiamo avuto una conversazione davvero bella su questi leoni che hanno questa anomalia genetica, su come questa idea di essere diversi, di essere emarginati, a volte può far evolvere una persona verso la versione migliore di sé o verso la versione peggiore. Penso che Mads non si identificasse davvero con questo, ma lo ha capito in un modo che è tipo, “Oh, ora so come interpretare questa persona, non come un cattivo, come un essere umano.”
Aaron Pierre ha detto a ComicBook che con ogni progetto cerca di interiorizzare le lezioni apprese dal lavoro e dai personaggi, e di usarle per andare avanti. Ciò significa che lui e Mufasa, in produzione da tempo, si sono evoluti lungo il percorso, in parte grazie al film Rebel Ridge.
Penso che per me, devo davvero dare [al regista Jeremy Saulnier] i suoi fiori e devo davvero esprimere la mia gratitudine. Penso che questo sia un individuo che ha numerose caratteristiche che io non possiedo, quindi sono stato profondamente grato di avere lo scrittore/regista vicino e accessibile dentro e fuori dal set in qualsiasi momento per rispondere a qualsiasi domanda avessi e fare davvero tutti gli approfondimenti di cui avevo bisogno. Non è facile dare vita a personaggi così sfumati. Per quanto sia un privilegio e un’enorme opportunità per cui sei emozionato, è profondamente impegnativo, quindi è stato fantastico avere Jeremy disponibile tutto il tempo per elaborare davvero come daremo vita a questo individuo in un modo autentico e, si spera, veritiero che risuoni”. È interessante, penso, ho concluso Mufasa solo quest’anno e lo facciamo da un bel po’ di anni ormai. Penso che in un certo senso, come nella vita, le esperienze di vita influenzano le esperienze di vita future. Allo stesso modo, le opportunità che ti vengono regalate come attore, come artista, ciò che impari e ciò che hai sfruttato da un lavoro, prendi quelle lezioni che hai assorbito e le porti nella cosa successiva per migliorare, si spera, la tua capacità di dare vita a qualcosa.
Mufasa Il Re Leone – La colonna sonora del film
- Le musiche originali del film sono di Dave Metzger (Wish, Koda fratello orso 2, Tarzan 2: La leggenda ha inizio, Tarzan & Jane, The Legend of Tarzan).
- Lin-Manuel Miranda è l’autore delle canzoni del film, con Mark Mancina a bordo come co-produttore dei brani e Lebo M ha fornito le voci e performance aggiuntive. Il regista Barry Jenkins ha contattato Miranda per lavorare al film perché erano rimasti in contatto da quando Jenkins lo aveva quasi scelto per musicare il suo film Se la strada potesse parlare.
- Nicholas Brittell che ha collaborato con Jenkins per “Moonlight” e “Se la strada potesse parlare” è co-autore con Lebo-M di quattro brani (“Kuqondile”, “Find the Way”, “Home” e “We Made It”).
- Metzger ha riutilizzato per la colonna sonora di “Mufasa – Il re leone” anche brani composti da Zimmer per i precedenti due film, “Il re leone” del 1994 e il remake del 2019 come “Under the Stars” e “King of Pride Rock”. Zimmer è inoltre accreditato per la traccia “And So It’s Time”. Metzger ha utilizzato anche temi basati sulle canzoni di Miranda e ha anche scritto un nuovo tema per Rafiki, un tema per Kiara e ha lavorato con Lebo M per incorporare elementi corali africani.
- Quando il regista Jenkins ha contattato Miranda per lavorare al film; quest’ultimo aveva appena finito di lavorare alla scrittura delle canzoni per Encanto (2021) ed era in fase di montaggio per il suo film di debutto alla regia, Tick, Tick… Boom! Miranda ha iniziato a lavorare alle canzoni all’inizio del 2022 e ha lavorato a “Mufasa: Il Re Leone” contemporaneamente al suo concept album Warriors.
- Lebo M, la cui voce si può ascoltare in “Circle of Life”, la canzone di apertura de “Il Re Leone”, ha ammesso di essersi sentito sotto pressione nello scrivere un “degno successore”; ha finito per scrivere “Ngomso” in una mattina, che presenta testi in Xhosa. “Milele”, che significa “per sempre” in swahili, è cantata dai genitori di Mufasa ed è la canzone che ha richiesto più lavoro; Miranda ha ascoltato molti spiritual durante la sua scrittura. “I Always Wanted a Brother” è cantata da Mufasa e Taka come cuccioli e fa da colonna sonora a un montaggio mentre i due crescono insieme. Miranda ha tratto ispirazione dai suoi due figli mentre scriveva la canzone e ha anche rivelato che è stata la prima canzone su cui ha lavorato per il film, procedendo poi abbastanza consecutivamente attraverso i successivi numeri musicali del film.
- “Bye Bye”, cantata dal personaggio di Mads Mikkelsen, è stata l’unica canzone che Miranda ha proposto a Jenkins che non era originariamente presente nella sceneggiatura, poiché sentiva di voler scrivere una canzone da “balera” per il cattivo. Miranda ha guardato una clip di Mikkelsen ventenne che eseguiva un numero musicale. “We Go Together” è una canzone sull’amicizia tra i personaggi principali del film e definisce anche l’attrazione di Taka per Sarabi. “Tell Me It’s You”, una ballata romantica tra Mufasa e Sarabi, è stata descritta come un successore spirituale di “Can You Feel the Love Tonight” de “Il Re Leone”.
- Miranda ha rivelato che voleva scrivere una canzone d’amore sulla falsariga di una canzone dei titoli di coda come “La bella e la bestia” di Celine Dion e Peabo Bryson.
- Miranda ha anche tratto ispirazione da Gli artisti R&B degli anni ’90 K-Ci & JoJo e Jodeci, e hanno utilizzato il riverbero per accompagnare l’ambientazione della caverna di ghiaccio della canzone nel film.
- “Brother Betrayed”, che riflette il momento in cui Taka diventa Scar, è stata la canzone che ha richiesto meno tempo per essere scritta; Miranda l’ha paragonata al finale del primo atto del Fantasma dell’opera con il crollo del lampadario.
1. Ngomso – Lebo M (1:16)
2. Milele – Anika Noni Rose & Keith David (2:27)
3. I Always Wanted a Brother – Braelyn Rankins, Theo Somolu, Aaron Pierre & Kelvin Harrison Jr. (3:35)
4. Bye Bye – Mads Mikkelsen, Joanna Jones & Folake Olowofoyeku (2:15)
5. We Go Together – Aaron Pierre, Kelvin Harrison Jr., Tiffany Boone, Preston Nyman & Kagiso Lediga (2:44)
6. Tell Me It’s You – Aaron Pierre & Tiffany Boone (2:27)
7. Brother Betrayed – Kelvin Harrison Jr. (1:39)
8. Destiny Reigns – Dave Metzger (3:01)
9. Kuqondile – Lebo M & Nicholas Britell (1:58)
10. Listen to My Voice – Dave Metzger (2:44)
11. Find the Way – Lebo M & Nicholas Britell (1:07)
12. The Race – Dave Metzger (2:23)
13. Home – Lebo M & Nicholas Britell (1:48)
14. Burden of Pride – Dave Metzger (5:05)
15. My Love – Lebo M & Dave Metzger (1:44)
16. Bathroom Break – Dave Metzger (0:32)
17. Run Mufasa! – Dave Metzger (3:19)
18. And So It’s Time – Lebo M & Hans Zimmer (0:30)
19. All That Was Lost – Dave Metzger (1:06)
20. Jamaa – Dave Metzger (1:30)
21. Follow the Fireflies – Dave Metzger (0:55)
22. Smell a Duck – Dave Metzger (2:19)
23. Elephant Stampede – Dave Metzger (1:35)
24. Beneath the Scars – Dave Metzger (1:06)
25. The King Within – Dave Metzger (1:51)
26. We Made It – Lebo M & Nicholas Britell (1:34)
27. Clash of Kings – Dave Metzger (1:53)
28. Blood for Blood – Dave Metzger (2:34)
29. The Earth Will Shake – Dave Metzger (3:41)
30. The King of Milele – Dave Metzger (2:23)
31. A Story of a Great King – Dave Metzger & Lebo M (4:15)
32. Ngomso (Instrumental) – Lebo M & Mark Mancina (1:05)
33. Milele (Instrumental) – Lin-Manuel Miranada & Mark Mancina (2:27)
34. I Always Wanted a Brother (Instrumental) – Lin-Manuel Miranada & Mark Mancina (3:34)
35. Bye Bye (Instrumental) – Lin-Manuel Miranada, Mark Mancina & Dave Metzger (2:15)
36. We Go Together (Instrumental) – Lin-Manuel Miranada & Mark Mancina (2:44)
37. Tell Me It’s You (Instrumental) – Lin-Manuel Miranada & Mark Mancina (2:27)
38. Brother Betrayed (Instrumental) – Lin-Manuel Miranada & Mark Mancina (1:38)
La colonna sonora di “Mufasa – Il re leone” è disponibile su Amazon anche nella versione Deluxe Edition.